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lunedì 19 dicembre 2011

RIPRENDONO GLI INCONTRI AL FRANTOIO

Venerdì 13 gennaio alle 18 Monica Salvadori e Alessandro Annunziati parlano del
consolidamento di San Miniato, fondamento delle politiche urbanistiche e degli interventi strutturali.

mercoledì 14 dicembre 2011

IL PERCORSO PEDONALE CICLABILE SAN GENESIO, SANT'ANGELO, SAN MINIATO

PRESEPI SULLA COLLINA

Ed ora l'ultimo atto: un presepe diffuso lungo tutto il percorso recuperato, tante scatoline con piccoli presepi fatti con quello che c'è. Appesi agli alberi, con un campanellino, dovrebbero suonare come un piccolo gregge. Ce la faremo?

LUNGO QUESTO PERCORSO CON TERRITORIO TEATRO E ETRURIA TREKkING

Appena proposto questo percorso diventa una realtà. Al disegno di Alessio Guardini esposto lungo la rampa del vicolo con due possibili tracciati, si sostituisce un percorso reale, tracciato da Giovanni Corrieri lungo strade pubbliche aperte, senza neanche un pezzetto di fuoristrada. E' quello fatto la mattina di domenica 4 dicembre con il gruppo Etruria trekking, Territorio teatro e il maestro Simone Faraoni. Un percorso straordinario su un tracciato storico, pieno di canti e di parole con una fermata alla casa natale di Augusto Conti, uno dei cittadini più illustri di San Miniato http://it.wikipedia.org/wiki/Augusto_Conti ed alla chiesa di Sant'Angelo, dove è stato parroco Giovan Battista Landeschi http://it.wikipedia.org/wiki/Sistemazioni_di_colle ed un'ultima sosta all'accademia degli euteleti http://it.wikipedia.org/wiki/Accademia_degli_Euteleti. La sera, visita al vicolo.

LA STRADA PANCOLE, SANT'ANGELO, SAN GENESIO

PER UN COLLEGAMENTO PEDONALE CICLABILE
PANCOLE - SANT’ANGELO - SAN GENESIO
TRE TAPPE DI UN PERCORSO NEL TEMPO


Accanto all’antico edificio della casa di Riposo Del Campana Guazzesi si apre una strada compresa tra due massici muri di mattoni in parte dissestati dalle radici di enormi piante di alloro.
Portava alle Fonti e di qui a La Scala. Una strada tutta in ombra, di ridotta pendenza che collegava in pochi minuti di percorso a piedi i due abitati.
La Scala ha il livello più elevato della pianura, Pancole quello più basso della città.
Scendendo da San Miniato s’incontra sulla destra una deviazione che, attraverso tratti di strada asfaltata e tratti di strada sterrata porta, dal podere Tomba, alla Chiesa di Sant’Angelo a Montorzo.
Qui è stato pastore di anime Giovanni Battista Landeschi famoso per i suoi studi sulle sistemazioni collinari contenuti in un saggio anonimo publicato nel 1775 col titolo “Saggi di agricoltura di un paroco sanminiatese”, che illustra la coltivazione dei terreni collinari detta "a ciglioni", cioè ad argini erbosi (una variante del terrazzamento), e descrive nei particolari una buona "economia dell'acque", avendo intuito che la loro accorta regimazione era indispensabile per rendere fertili i terreni e prevenire dilavamenti, erosioni e smottamenti.
Da Sant’Angelo, proseguendo a mezza costa, si raggiunge via Landeschi che scende dalla collina di Calenzano innestandosi con la Strada Statale Tosco Romagnola est proprio di fronte agli scavi di San Genesio, antica città, tappa dell’itinerario del vescovo Sigerico da Canterbury a Roma.
Conosciuta come Vico Wallari, fu centro di congressi, giudicati e concilii.
Recenti scavi hanno permesso ritrovamenti archeologici che testimoniano l’importanza di quest’insediamento già in età romana.

Il collegamento di questi tre luoghi, così significativi in periodi storici diversi, attraverso un percorso pedonale ciclabile che, utilizzando antichi tracciati viari, si snodi dolcemente in una bella campagna coltivata, riteniamo possa aggiungere valore alla qualità del nostro territorio, sotto l’aspetto culturale e sportivo, prospettandosi come una nuova risorsa turistica.

SALVATORE SETTIS AL FRANTOIO

Lunedì 5 dicembre finalmente Salvatore Settis ci è venuto a trovare.
Purtroppo la pioggia insistente ci ha impedito di fargli vedere il nostro lavoro e il tracciato che abbiamo riaperto lo ha visto solo sulla carta e nelle foto.
Il professore ha assistito ad una sintesi dello spettacolo di Andrea Mancini "la via dei malcontenti" con Lapo Ciari e Andrea Giuntini, che si è svolto delle due chiese inferiori di San Domenico, poi ha parlato con noi nel frantoio.
L'incontro, introdotto da Maria Fancelli, è stato di grande interesse; si è parlato del ruolo dell'associazionismo nella difesa del paesaggio, tema trattato in uno dei capitoli finali del suo libro "Paesaggio, costituzione, cemento". Speriamo sia l'inizio di un discorso da riprendere alla presenza di un maggior numero di persone.

GLI INCONTRI DEL MESE DI NOVEMBRE

Il frantoio di San Domenico è un luogo veramente umido; restaurato oltre dieci anni fa, quando erano assessori Maria Fancelli e Massimo Fornaciari (cultura ed urbanistica) era al tempo uno spazio di grande interesse. Begli infissi, pavimento in cotto, volte sabbiate, lampade Cini e Nils, sedie verdi di Stark e due bellissimi tavoli in legno. Lì sono stati fatti gli incontri per la costituzione dell'associazione Architettura e Territorio "Lanfranco Benvenuti", mostre e tantissime altre attività culturali.
Poi la sala fu adibita a museo archeologico, l'arredo spostato, e con questo ruolo lo spazio è stato utilizzato per alcuni anni, fino a quando i reperti non sono stati spostati al palazzo comunale.
Abbandonato, non arieggiato ed utilizzato solo da un signore per il restauro dei libri della biblioteca, questo spazio si è degradato in brevissimo tempo. L'abbandono ha colpito soprattutto gli intonaci che si sono scrostati su tutte le pareti perimetrali.
Moti carbonari, Smartarc, Architettura e Territorio e Bucciano fotodiariofestival lo hanno ripulito e sistemato, schermando le pareti scrostate con i vecchi pannelli di legno della mostra San Miniato nel tempo (1981?) per allestirvi la mostra dei progetti degli enti e per svolgervi gli incontri descritti nel post precedente. Siamo fiduciosi di poter continuare ad utilizzare questo spazio per farvi ancora mostre ed incontri. Nel mese di gennaio e di febbraio pensiamo di farne almeno quattro.

GLI INCONTRI DEL PERIODO DEL TARTUFO

Finito il vortice del tartufo è opportuno fare un ri

mercoledì 16 novembre 2011

ARCHITETTURA E TERRITORIO “Lanfranco Benvenuti”
MOTI CARBONARI ritrovare la strada
SMARTARC San Miniato arte architettura
Territorio Teatro. il Frantoio parlante
PRO LOCO

CONVERSAZIONI PER LA CITTA’
autunno 2011
spazio incontri dell’ex frantoio di San Domenico
ore 18

La città si trasforma. Il centro storico dal dopoguerra ad oggi.
sabato 12 novembre Paolo Bianchi
Giacomo Gozzini
Luciano Marrucci
Il restauro della statua di Leopoldo 2° in piazza Buonaparte
giovedì 17 novembre
Adotta un monumento M. Teresa Piampiani
'Sotto il governo dei Lorena.
Trasformazioni urbane a San Miniato
tra Settecento e Ottocento' Emilia Marcori
Le modalità del restauro Amedeo Mercuri
Letture 1843 cronaca dell’inaugurazione Lapo Ciari
del monumento Andrea Mancini

Apertura di sottoscrizione pubblica per il restauro.

sabato 19 novembre
Ripopolare la città
Analisi e politiche di reinsediamento della popolazione e delle attività commerciali nei centri storici.
Alessio Falorni
Giovani sì .
L’emancipazione dei giovani dalla famiglia: la casa. Giovanna Bianucci
Abitazione e politiche sociali David Spalletti

Il consolidamento di San Miniato, fondamento delle politiche urbanistiche e degli interventi strutturali.

martedì 22 novembre Alessandro Annunziati
Monica Salvadori

Paesaggio attraversato; viabilità storiche e città antica:
la francigena,
il percorso pedonale ciclabile tra :
via di Pancole, la chiesa di Sant’Angelo e San Genesio,
il percorso panoramico sul crinale di Scacciapuce

26 novembre Riccardo Lorenzi
Serena Chiarugi
Anna Braschi

martedì 23 agosto 2011

mura loquuntur

MURA LOQUUNTUR: stazioni di un percorso carbonaio.


1 Mi chiamo vicolo del Fortino: così si dice nel libro “San Miniato al Tedesco”, scritto tante decine d’anni fa dalla giovane studiosa Laura Cristiani Testi.
Pensavano che non avessi un nome, quindi non ho avuto neanche una targa.
C’era un fortino qui vicino, era rimasta solo una porta, poi nel 1944 è saltata in aria anche quella e non c’è stato pi nulla.
I vecchi vicoli vanno salvaguardati: ormai si contano quasi sulle dita di una mano sola......
La strada di crinale ne era tutta attraversata, portavano vento e merci dalla campagna, sui due versanti di questa lunga collina.
2 Io sono una carbonaia....Quando c’erano le fortificazioni, tutt’intorno a San Miniato diviso in terzieri organizzati per sopravvivere indipendentemente con l’ospedale, la scuola, le riserve di acqua e di viveri, c’erano le carbonaie, fossati pieni di braci ardenti per scoraggiare il nemico durante gli assedi.
Tante città antiche erano così. Lo statuto del comune d San Miniato del milletrecento.dava disposizione di come questi luoghi dovevano essere attentamente mantenuti perchè le difese fossero efficienti.
Sovrastava il paese la parte più munita e forte, con la rocca e il castello imperiale.
Questo si sa solo da poco; è il frutto di un recente studio di Emilia Marcori.
Anche in un dipinto di Palazzo Vecchio il castello di Federico e la Rocca sono così raffigurati.
3 Ora sono un viottolo carbonaio....Secoli dopo le fortificazioni non servivano più e le mura furono vendute. Diventarono una cava di mattoni per costruire i palazzi e le chiese. Al posto delle fortificazioni sorsero i muri dei grandi orti sospesi, dove si coltivavano verdura e frutta per le case del paese. Gli orti si annaffiavano con l’acqua delle profonde cisterne e si concimavano con gli scarichi delle case.
I nuovi muri erano sostenuti da archi di fondazione; una porta o una scaletta portava al viottolo carbonaio che girava tutt’intorno all’abitato. Dalla campagna arrivavano provviste alimentari, legna e carbone.
Era un’economia senza sprechi. Ora i tubi di plastica portano a valle le grandi quantità di acqua che ognuno di noi consuma e che, lasciate a se stesse innesterebbero paurose frane. Dovremo trovare un sistema per mimetizzarli.
4 Ero il muro dell’orto della Crocetta.....Siamo dietro all’oratorio della Crocetta; Il grande orto a valle, che ha perso gran parte del muro di sostegno era coltivato a carciofi, a lungo uno dei prodotti di pregio delle nostre pendici a sud. Dietro la recinzione ci sono i resti di una vita: bottiglie piatti, boccette di vecchi medicinali,vasi da notte, ruote d’auto. Lungo tutto il percorso, che abbiamo ricostruito e ripulito, era un po’ così. Quando nel dopoguerra non è stato più utile per portare alle case i prodotti della campagna, il sentiero è diventato il luogo di scarico di rottami di ogni genere. Lo stiamo ancora ripulendo.
5 Sono il muro di Palazzo Formichini....l’edificio del cinquecento è uno dei moltissimi minati nel 1944 dai tedeschi in ritirata per ostruire la strada; diventato dopo la sua ricostruzione sede della Cassa di Risparmio. Il bellissimo giardino gentilizio che s’intravede è difficilmente accessibile ed è un vero peccato. Chissà se sarà possibile collegarlo al vicolo permetterne la visita.
6 Sono una strada fatta per i lavori di consolidamento----- Quando l’erba e i rovi sono tagliati da qui si scende a valle e, da un tratto di via della fornace ci si collega al braccio di un più recente bellissimo percorso tutto in ombra, che scende sotto la Misericordia. Il mucchio che vedete è una parte dei rottami raccolti in tante settimane di lavoro.
7 Ero il grande orto dei domenicani.......ero qui fino agli anni sessanta. Mi fiancheggiava via di Marzana, che passava sotto la casa di contadini del convento. Eri così imponente nel paesaggio della città che è tante volte rappresentato nelle immagini antiche. L’ultima di queste è una foto che mostra san Miniato senza la rocca, minata nel quarantaquattro, scattata certamente prima della sua ricostruzione della fine degli anni cinquanta. La strada forse allora non c’era già più e quando, dopo il 1861, anno dell’unità d’Italia, fu costruito l’ufficio postale, la sua apertura sulla strada di crinale fu ridotta ad un budello.
8 Qui le acque scendevano senza alcun controllo e provocarono una terribile frana, ma vanno tenute ancora d’occhio; è una cosa che veniva prescritta nella statuto del trecento. Anche l’edificio domenicano, passato nel 1856 definitivamente al Comune dopo le spoliazioni napoleoniche dell’inizio del secolo, con il chiostro aperto sulla strada e gli altri volumi utilizzati come uffici pubblici, fu lesionato dalla frana. Si stava staccando tutto l’angolo ovest. Il Genio Civile mise mano ad un grande intervento di regimazione delle acque e di consolidamento del versante costruendo gabbionate e muri di cemento, ora coperti da arbusti e canneti dopo i lavori di ricomposizione paesistica fatti all’inizio degli anni duemila, poi abbandonati.
9 Ero una scidella della mensa dei frati.....In quest’area ogni tanto si trovano resti di antiche scodelle con i colori e l‘immagine del manto domenicano. Piccoli frammenti di terracotta colorata affiorano un po’ dovunque lungo il percorso. Ad est dell’antico orto dei frati la via Angelica. E’ stata restaurata da poco e vi si accede da un cancello accanto alla chiesa domenicana. Non lasciamoci ingannare dalla dolcezza del nome. Da questa stradina arrivavano in Gargozzi, dopo una notte di penitenza in una cappella affrescata lungo il suo percorso, i condannati al taglio della gola. La valle è stata a lungo un luogo di esecuzione.
10 Se si ascolta bene si sentono antiche voci di vecchi e di bambini. Secoli dopo, questo versante della collina, conca a biscondola, protetta dal vento di tramontana, è stato a lungo frequentato dalla gente per riscaldarsi al sole nelle fredde giornate d’inverno.Qui si coltivavano le palme, gli aranci e i limoni. Qui sono stati tentati esperimenti di coltivazioni precoci crudelmente castigati dalla terribile gelata del 1929.
11 Sono il muro della Misericordia.....Ora stiamo salendo una rampa costruita 10 anni fa e ormai bisognosa di restauro. Siamo sotto il muro dell’orto di palazzo Roffia, uno dei numerosi costruiti nella seconda metà del cinquecento dalla bottega dell’architetto fiorentino Giuliano di Baccio d’Agnolo. A lui appartengono i progetti di palazzo Grifoni uno dei più imponenti della città, ricostruito da vent’anni dopo la sua parziale demolizione durante la guerra e di altri nobili edifici, edificati probabilmente con i mattoni delle antiche fortificazioni, con cui le famiglie patrizie manifestavano il loro potere e la loro ricchezza, L’antica Arciconfraternita della Misericordia vi ha da gran tempo la sede. Il suo grande orto è la più bella terrazza sulla valle.
12 Ecco via Augusto Conti. Un grande personaggio sanminiatese,,,,,,Passiamo sotto l’ingresso carraio dove ogni anno nidificano le rondini. Sul lato destro una lapide ricorda don Ruggini, uno dei fondatori del Dramma Popolare, sacerdote di grande umanità e straordinaria cultura. Ora siamo di nuovo sulla strada di crinale che abbiamo aggirato per seicento metri. Il sentiero che abbiamo fatto è tutto pedonale. Davanti a noi il grande muro di uno de palazzi federiciani, con una piccola meridiana di marmo. Il nostro percorso oggi è finito, ma quello dell’associazione Moti carbonari è appena cominciato.

giovedì 18 agosto 2011

abbiamo fatto tante cose in questi ultimi mesi





che non abbiamo avuto tempo di aggiornare il blog.
Abbiamo fatto una bella serata di salto alla corda alla Misericordia e, quello che più conta, diversi ragazzi hanno imparato a saltare insieme con una corda lunga. l'anno prossimo faranno faville! Siamo stati nel programma di Maresco su antenna 5, ma la cosa più importane è il pomeriggio del 15 agosto, entro il Palio di San Rocco. Una quantità di persone inaspettata, allegria e partecipazione a quello che avevamo fatto e scritto, recitato con grande maestria. Un po' di foto per ora. Poi spiegheremo meglio.

martedì 7 giugno 2011

ragazzo con trottola Jean Baptiste Chardin


Biografia e vita di Jean-Baptiste Chardin (1699 - 1779)

Insegnante di: Jean Honoré Fragonard (1732-1806) nel 1738.

Jean-Baptiste Chardin, figlio di un ebanista, nato a Parigi il 2 novembre 1699, è considerato dalla critica moderna uno dei più importanti artisti del XVIII secolo, nonché uno dei pittori più illustri della storia dell'arte francese.

Allievo del pittore P.J. Cazes (1676- 1754), che abbandonò presto per lavorare nella bottega di Noël-Nicolas Coypel, maturando interessanti esperienze come aiuto di J.B. van Loo nel restauro degli affreschi del Primaticcio a Fontainebleau.

Nel 1728 Chardin viene ammesso alla Royal Academy come "un pittore di animali e frutta", specializzazione che prediligeva l'artista, anche se era una qualifica secondaria nel mondo artistico dell'epoca.

Per essere ammesso all'Accademia, Jean-Baptiste Chardin presenta due dipinti " Rayfish" e "Il buffet" opere nello stile tradizionale olandese e fiamminga di "Natura Morta"secolo, personalmente rivisitata e rallegrata dalla presenza di animali.

Verso il 1730 Chardin comincia ad avere un certo successo nonostante il suo stile molto diverso dalla corrente principale della pittura francese del tempo.

I suoi lavori trattano soggetti di genere: piccole umili scene della vita quotidiana del popolo parigina, al quale lui stesso apparteneva.

Questi dipinti raffigurano donne al lavoro in cucina, bambini che giocano tranquilli, madri che servono a tavola, semplici scene senza dramma e senza svolazzi emotivi, che Chardin riproduce con dignità e umanità.
Questo aspetto della vita non si era mai visto nel lavoro degli artisti alla moda, che frequentavano giudice e aristocratici e che producevano lavori a scopo decorativo, eleganti e sensuali.

Anche gli intenditori ed i collezionisti acquistato i suoi lavori, tanto che le riproduzione dei suoi dipinti diventano estremamente popolari, superando la visione aristocratica di Jean-Baptiste Greuze, piena dei luoghi comuni tipici dei ceti superiori, nella critica alla borghesia, preparando il campo ai valori della rivoluzione.

Fra i migliori esempi della sua pittura di genere sono da ricordare "The Grace" (ca. 1740), acquistato dal re Louis XV; "Bambini con Top" (1738) e "Back from the Market" (1739).

Anche se Chardin non è mai stato un pittore decorativo rococò, come François Boucher e Jean Honoré Fragonard, la sua tecnica semplice e insieme raffinata con l'uso dei bianchi a densi impasti e la ricerca di luminosità attraverso le tonalità preziose del colore, sono manifestazioni del gusto artistico dell'epoca.

Jean-Baptiste Chardin è altrettanto famosa per le nature morte, che ha continuato a dipingere durante tutta la sua vita, dipinti nei quali il pittore inseriva alcuni oggetti semplici come ad esempio utensili da cucina in rame, un bicchiere da vino, una ciotola di ceramica, una pesca che danno una luce particolare alle composizioni come "Still Life with Pipe" e "Cucina Still Life".

Il pittore che nel 1743 era stato nominato da Luigi XV, cancelliere dell'Accademia Reale, nel 1757, come riconoscimento al suo impegno per la rivitalizzazione dell'accademia, il re gli concesse un appartamento al Louvre, che già ospitava l'Accademia Reale di Pittura e Scultura, e nel 1768 una pensione.

Anche se, verso i settant'anni, la vista di Chardin si era indebolita, il pittore continua a dipingere usando i pastelli, producendo durante gli ultimi anni della sua vita ritratti di una finezza sorprendente.

Jean-Baptiste Chardin morì a Parigi il 6 dicembre 1779, riconosciuto come uno dei grandi maestri del Settecento francese e la stessa pittura dell'Ottocento ha riconosciuto in lui una delle sue principali fonti di ispirazione.

la trottola e il moto della terra


click sul titolo

domenica 5 giugno 2011

sfida intergenerazionale nonni contro nipoti, trottole contro bleyblades


Vi aspettiamo sabato 11 dalle 17,30 nel giardino della Misericordia.
Speriamo che San Minato possa dotarsi di spazi sicuri sempre più adatti al gioco libero dei ragazzi. Il nostro vicolo si propone di essere uno di questi.
Cliccandi il titolo esce la comunicazione su gonews.

CARO BLOG ABBANDONATO

Caro blog, è un sacco di tempo che non sei attivo, l'attività è stata concentrata sul campo. Il lavoro di pulitura è quasi completato, salvo le necessarie, continue manutenzioni. Sono state costruiti tre tavolini e panche per la sosta ed una griglia per potersi trovare qualche volta insieme a mangiare. Pare serva a rafforzare la comunità.
Nella zona più fresca perché coperta dagli alberi è in corso il lavoro più impegnativo: il consolidamento e la messa in sicurezza del tratto San Domenico Nunziatina. Il percorso è quasi completato.

il problema della sicurezza del percorso

lunedì 4 aprile 2011

contatti con il CAI ?

la sicurezza dei sentieri

Cliccare sul titolo per asccedere al link CAI.
Il problema della sicurezza dei sentieri è sempre presentato dall'amministrazione comunale come uno scoglio difficilmente superabile.
Dalla lettura ddel materiale disponibile sembra che si tratti principalmente di eliminare i tratti in frana e di segnalare il percorso.

martedì 22 marzo 2011

L'IMPARI LOTTA CON LE CANNE

In "Florario" di Alfredo Cattabiani. pagina 644 . La canna loquace e la canna musicale.
Con le canne abbiamo un conto aperto e tentiamo con vari mezzi di ridurne l'impressionante invadenza, quindi, con il rispetto che si porta a che si contrasta, riportiamo da una traduzione di Ovidio la storia di Siringa insidiata dal dio Pan.

mentre egli sospira, l'aria vibrando nelle canne
suscitò un suono dolcissimo, simile a un lamento,
e il dio incantato da quella soave musica inaudita;
"Così continuerai a farmi compagnia" disse
e, saldate con cera cannucce di lunghezza diversa,
mantenne allo strumento il nome della fanciulla.

lunedì 21 marzo 2011

il primo pezzo dei nostri reperti archeologici




Proprio bello questo culetto di tazza con lo scudetto domenicano, nei colori celeste, giallo e nero, tipici delle manifatture di Montelupo! Questo ci dice Rossano Nistri in facebook!
Speriamo si trovarne ancora.

FESTA DELLA PRIMAVERA - FESTA DELLA POESIA

Franco Sacchetti

L’acquazzone

Passando con pensier per un boschetto,
donne per quello givan fior cogliendo
“To’ quel, to’ quel”dicendo
“Eccol, eccolo”
“Che è, che è?”
“E’ fior alliso”
“Va là per le viole”
“O me, che il prun mi punge!”
”Quell’altro me’ v’aggiunge”
“Uh, uh, o che è quel che salta?”
“E’ un grillo”
“Venite qua, correte
raponzoli cogliete”
“E’ non son essi”
“Sì sono”
“Colei
o colei,
viè qua, viè qua ne’ funghi”
“Costà, costà pe’l sermollino”
“Noi starem troppo che ‘l tempo si turba!”
“E balena
e tuona”
“E vespero già suona”
“Non è egli ancor nona”
“Odi, odi: l’usignol che canta”
“Più bel v’è,
più bel v’è”
“I’ sento: e non so che”
“Ove?”
“Dove?”
“In quel cespuglio”
Tocca, picchia, ritocca;
mentre che il busso cresce
ed una serpe n’esce.
“O me trista!” “O me lassa!”
“O me!”
Fuggendo tutte di paura piene
Una gran piova viene.
Qual sdrucciola,
qual cade,
qual si punge lo piede.
A terra van ghirlande;
tal ciò che ha colto lascia, e tal percuote
tiensi beata chi più correr puote.
Sì fiso stetti il dì che lor mirai,
ch’io non m’avvidi, e tutto mi bagnai.

sabato 26 febbraio 2011

la proposta dell'associazione per la notte tricolore

Proposta per la Notte tricolore dedicata al Risorgimento
(da parte dell’Associazione Moti Carbonari)

LO SBARCO DI GARIBALDI A MARSALA di Gaetano Pini
(150 anni dopo la prima rappresentazione al Teatro Verdi di San Miniato)

La manifestazione costituirà un ricordo di un personaggio importante nella San Miniato dell’800 (a cui è dedicato un saggio nell’ultimo numero del Bollettino dell’Accademia degli Euteleti), che oltre che partire volontario, insieme a Giuseppe Montanelli e ad Augusto Conti, scrisse all’indomani dello sbarco dei Mille in Sicilia, una scena drammatica che fu recitata allo scopo di raccogliere aiuti per i garibaldini, ancora impegnati nell’unificazione della nostra Nazione.
Chi era Gaetano Pini?
Il 14 aprile 1894 in un’orazione funebre, tenuta dall’ingegner Mario Salvadori per commemorare Gaetano Pini (era morto l’8 gennaio), il folto pubblico della Cattedrale ascoltò tra l’altro queste parole: Avea concetto dei retti principi del socialismo moderno, la mente pronta ad ogni manifestazione del bene, bandì per primo nel suo paese le idee di cooperazione e fondò la Società degli Operai, ormai più che trentennaria e rigogliosa, dettandone gli Statuti, favorendone lo sviluppo, intelandone il decoro… Fondò più tardi e presiedé anche quella dei Reduci e Fratellanza militare, organizzò la squadra di pubblica assistenza… secondò egli l’impianto della Banca popolare cooperativa… Della Venerabile Arciconfraternita di Misericordia fratello e due volte superiore, presidente per molti anni della Congreagazione di carità, del civivo Ospedale, di ogni istituto di fratellanza e filantropia…”
Ma non sono questi che alcuni dei meriti e delle cariche accumulate da Gaetano Pini, ritratto in un bel quadro conservato presso l’Accademia degli Euteleti.

L’idea di Moti Carbonari
La partenza sarà dall’ingresso della Misericordia, in via Augusto Conti. Lì verrà ricordata la figura di Gaetano Pini..
Poi si scenderà nei Vicoli Carbonai, illuminati dalle fiaccole tricolori, da altre luci provenienti anche dagli orti, ma anche dalla proiezione di un film realizzato da Pier Marco De Santi su “Risorgimento e Cinema”.
Alla fine, ancora dal Vicolo (di fianco alla casa Gado-Mancini), si risalirà su via Carducci
A questo punto si entrerà nella Chiesa della Crocetta dove verranno lette la Scena drammatica di Pini, ma anche alcune pagine dal libro “Garibaldi” di Lucy Riall, che racconta la verità e la leggenda dell’eroico – ma anche fortunato – sbarco di Marsala.
Alla fine la Corale Balducci, che alla Crocetta ha la sua sede, canterà alcune arie risorgimentali.

mercoledì 19 gennaio 2011

mostra di oggetti trovati


Per decenni i viottoli carbonai sono stati i luogo di scarico preferito delle case che si affacciano sulla valle.
Durante il nostro lavoro è stato trovato di tutto, oggetti di uso comune, macerie, sacchi inquietanti.
Ultimo ritrovamento due consistenti mucchi di gusci di chiocciole, gusci vuoti o avanzi di una sovrabbondante produzione culinaria? Perché depositarle proprio qui?

Lavori del mese di gennaio


Circa una settimana fa ci siamo incontrati per programmare i lavori ed abbiamo ipotizzato l'apertura del percorso per la festa degli aquiloni con una iniziativa ancora da definire. La mattina di domenica 16 eravamo un bel gruppo a lavorare e siamo fiduciosi di poter raggiungere il nostro obiettivo.

moti carbonari ritrovare la strada: ostruito da una frana il rifugio di guerra

moti carbonari ritrovare la strada: ostruito da una frana il rifugio di guerra

ostruito da una frana il rifugio di guerra


Lungo uno stradello che porta al livello inferiore dei consolidamenti sotto San Domenico c'era un rifugio di guerra. Fatto ad U e scavato nel "tufo", aveva un doppio ingresso. Era un bellissimo spazio avventura per i bambini ed è rappresentato in un post di qualche mese fa. Le piogge insistenti hanno fatto cadere una gran massa di materiale e gli ingressi sono ostruiti.
Bisognerà provvedere per mettere in sicurezza il versante.